Articolo sorgente
Emissari della loro squadra del cuore, il Manchester City, mandati in missione in Italia per provare a strappare alla Juventus il numero 10 Alex Del Piero: riuscite a immaginare gli Oasis in queste vesti? E se vi dicessimo che c’è stato un momento in cui l’ex icona bianconera ha creduto davvero che i fratelli Gallagher fossero degli 007 mandati da John Wardle, l’allora presidente del City, a trattare direttamente con lui per un possibile trasferimento nei Citizens? Uno scherzo, come avrebbe spiegato qualche anno più tardi Noel Gallagher, che però Del Piero prese sul serio. Ma andiamo con ordine.
Nel 2004 il contratto che Alex Del Piero aveva siglato cinque anni prima – per 10 miliardi netti di lire a stagione – con la Juventus era in scadenza e doveva essere rinnovato. Il campione era evidentemente in una fase della sua carriera in cui aveva deciso di guardarsi intorno (il ruolo di titolare fisso che aveva ricoperto fino a quel momento sarebbe stato messo in discussione con l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic e soprattutto del nuovo allenatore Fabio Capello, che lo avrebbe spesso relegato in panchina). C’è più di un punto in comune che nel 2004 lega Alex Del Piero alla band simbolo del britpop. Lo sottolinea Patrizio Ruviglioni in un libro, appena uscito, dedicato all’ex numero 10 della Juventus, “Il primo della classe” (66thand2nd, 224 pp): “Gli Oasis sono stati un fenomeno globale tra il 1994 e il 1996, quando pubblicarono i primi dischi, ‘Definitely maybe’ e ‘(What’s the story) Morning glory?’, due colonne della cultura pop con dentro la maggior parte dei classici del gruppo, da ‘Live forever’ a ‘Don’t look back in anger’ e alla stessa ‘Wonderwall’, tra l’altro poi diventata una sorta di inno dei tifosi del Manchester City. Anche loro, in contemporanea a Del Piero, avevano vissuto un’ascesa fulminante, inaspettata e apparentemente inarrestabile. Poi, un po’ perché la vita da rockstar ha presentato il conto e un po’ perché la creatività giovanile si è affievolita, hanno registrato dischi meno brillanti e più di mestiere. La gente ha continuato ad adorarli, tant’è che da anni se ne chiede a gran voce una reunion, ma più per affetto e nostalgia che per meriti attuali. È una sensazione che conosce anche Del Piero: dopo l’infortunio ha trovato l’apprezzamento umano dei tifosi, una nuova dimensione per il suo modo di giocare, meno straordinaria ma comunque efficace; ma proprio come il rimpianto per la musica di quanto eravamo ragazzi, è opinione comune che agli inizi fosse un’altra cosa”.
Il Manchester City di quegli anni non era esattamente la superpotenza del calcio che conosciamo oggi, abituata con Guardiola a vincere trofei su trofei e con i soldi degli arabi a mettere sotto contratto star del football con estrema facilità: era una squadra da metà classifica, tornata in Premier League, la prima divisione della lega inglese, da un paio di stagioni. L’estro e la fantasia di un giocatore come Del Piero sono tutto ciò di cui i tifosi del Manchester City, a partire da Noel e Liam, hanno bisogno. E così quando nel 2004 si ritrovano a consegnare a “Che tempo che fa” da Fabio Fazio al loro amico Alex il disco d’oro per la compilation “Alessandro Del Piero Selections”, una raccolta di brani scelti da Del Piero – o chi per lui – contenente anche la loro “Wonderwall”, Noel fa all’attaccante una proposta: “Quando vieni al City? Ci mettiamo in mezzo anche noi, economicamente”. “Loro sono molto istintivi, prima dicono una cosa e la pensano: io sono il contrario”, dirà Del Piero a proposito del rapporto con i Gallaghers, ricordando quello scambio, in un video sulla loro amicizia pubblicato sul canale YouTube degli Oasis.
Quando e come sia nata l’amicizia tra Alex Del Piero e gli Oasis non è chiaro: “Siamo diventati amici perché abbiamo due passioni in comune: la musica e il calcio. Le loro sono canzoni fantastiche. Il rapporto con la band è nato in maniera abbastanza casuale, naturale. Ci sono stati dei momenti esaltanti. ho visto i loro concerti. Ho presentato anche un concerto molto particolare di Noel (nel 2006 a Milano, ndr)”, è tutto ciò che l’ex capitano bianconero ha raccontato a proposito del legame. Culminato, dopo la proposta di trasferirsi al Manchester City, con la partecipazione di Del Piero al videoclip del singolo degli Oasis “
Lord don’t slow me down”, datato 2007. Proposta che evidentemente Alex deve aver preso seriamente in considerazione, stando alle parole di Noel Gallagher sull’episodio: “Del Piero è un fan degli Oasis e veniva ai concerti in Italia. Anni fa ero a una trasmissione televisiva in Italia e all’epoca era a fine contratto. Io gli dissi per scherzo che gli avrei dato 150mila sterline a settimana se fosse venuto al City e il suo agente la prese sul serio. Venne al concerto e mi disse: ‘Allora, per il trasferimento?’. Io gli risposi: ‘Di cosa parli?’. E lui: ‘Puoi farmi parlare con il City?’. E io: ‘No, no, non sono mica il proprietario del club’”.
Nonostante ciò, i due continueranno ad essere molto legati. Così legati che quando nel 2006 Del Piero è nel mezzo della spedizione italiana guidata da Marcello Lippi ai Mondiali di calcio in Germania, riceve una telefonata proprio dall’amico Noel: “Hey, sto venendo giù: mi rimedi due biglietti per la partita?”, gli dice il rocker alla vigilia della semifinale Germania-Italia del 4 luglio, che si gioca a Dortmund. Noel era in tribuna accanto alla famiglia di Del Piero quando il campione bianconero segna allo scadere del secondo tempo supplementare il goal che chiude definitivamente la partita, portando l’Italia in finale: “Sua moglie è convinta che volesse condividere il momento con lei, ma in realtà Alex stava cercando me”, dirà Noel a proposito dell’esultanza di Del Piero sotto la tribuna.
Curiosità: Noel tornerà a vedere l’Italia anche in finale, contro la Francia. Con una gentile richiesta da parte di Del Piero: “Per scaramanzia mi chiese di indossare gli stessi indumenti della semifinale. I tifosi italiani hanno visto come ero vestito e si sono rassicurati, dicendo che avrebbero vinto. Sì, sono il responsabile per la vostra vittoria: ma non ringraziatemi, avete giocato bene”.
Un paio di mesi dopo il trionfo degli azzurri a Berlino, Noel farà un’altra proposta indecente a un campione italiano, che però non aveva preso parte all’avventura mondiale: offrirà a Paolo Maldini 150 mila sterline a settimana, la stessa cifra che aveva promesso a Del Piero, per portare il capitano del Milan al Manchester City. “Ero ubriaco e in quel momento gli ho detto che se mi avesse promesso di giocare per il City gli avrei dato 150 mila sterline a settimana – dirà il cantautore al tabloid inglese The Mirror – il mio manager mi ha telefonato dicendomi che Maldini aveva preso sul serio la mia proposta, quindi ho dovuto chiamarlo per dire che scherzavo”.