Linus parla della sua passione per la Juventus. Il direttore artistico di Radio DEEJAY non ha mai nascosto la sua fede bianconera, di cui ha reso partecipi gli ascoltatori di Deejay Chiama Italia in più occasioni, chiacchierando con Nicola Savino o il lunedì mattina con Daniele Adani.
Stavolta però Linus approfondisce il suo amore per la Juventus in Febbre a 90, il format di Fabio Caressa (che su Radio DEEJAY conduce Deejay Football Club con Ivan Zazzaroni il sabato dalle 12 alle 13) disponibile su YouTube dove gli intervistati raccontano il loro rapporto con la squadra del cuore.
Linus: “Ho promesso a me stesso che non vado più a vedere le finali di Champions”
Linus: “Sono sempre stato juventino”
L’intervista di Linus inizia parlando proprio di come è diventato juventino, seguendo l’esempio del padre:
Sono sempre stato juventino. Mi sembra che adesso sia un po’ cambiato l’atteggiamento, ma finché ero ragazzo io il tifo era una cosa dinastica. Se tuo padre era della Juve, tu eri della Juve. Mio padre era della Juve per due motivi: lo era già da giovane e poi venendo a Milano la Juve era la squadra che un po’ rappresentava chi veniva al nord dal sud.
Nonostante questo, Linus ha frequentato più spesso San Siro, stadio di Milano dove giocano Inter e Milan, del Comunale di Torino, dove la Juventus ha giocato fino al 1990 (quando poi si è trasferita al Delle Alpi, prima del nuovo Allianz Stadium). Vivendo a Milano, d’altronde, era inevitabile:
La mia prima partita? Le prime volte in cui andavo allo stadio andavo a vedere o l’Inter o il Milan, perché mi ci portavano a vederlo i miei amici che andavano. Si faceva la doppia: non lontano da San Siro c’è il palazzetto dello sport, che oggi è l’Allianz Arena. Noi andavamo allo stadio alle 15 e alle 18 a vedere il basket. Quindi per tanti anni ho visto solo Inter e Milan, da adulto ho iniziato a frequentare lo stadio di Torino. – Linus
Linus e i figli: “Con Filippo ho condiviso tante esperienze”
La fede nella Juventus di Linus lo ha portato spesso allo stadio anche nelle occasioni più importanti. Il direttore artistico di Radio DEEJAY era presente nelle ultime due finali di Champions League perse dai bianconeri, a Berlino contro il Barcellona (3-1) e a Cardiff contro il Real Madrid (4-1).
Non c’era, però, nella finale del 1996, quando la Juve vinse la sua seconda Champions League contro l’Ajax:
Mio figlio Filippo è nato due giorni prima della finale dell’Olimpico con l’Ajax, avevo i biglietti ma non sono andato. Quindi ho visto la finale da solo in casa. Forse dovrei ripetere questo tipo di visione, invece di andare allo stadio come a Berlino o a Cardiff. (ride, ndr).
Sul rapporto dei figli Filippo e Michele con la Juventus invece Linus rivela:
Il più piccolo non è appassionato di calcio, è venuto solo una volta. Il vero appassionato è Filippo, con cui ho condiviso un sacco di esperienze, a volte anche non tanto fortunate, come la finale di Champions. Infatti ho promesso a me stesso che non ci vado mai più…
Linus: “La Juve mi ricorda gli Oasis”
Stuzzicato da Fabio Caressa, Linus fa un paragone musicale per la sua Juventus:
La Juventus di questi ultimi 10 anni mi ricordava un po’ gli Oasis: una squadra capace di essere forte e ammirata, pur essendo antipatica. A volte per vincere devi avere il coraggio di non essere un bravo ragazzo o popolare. Però ti fai perdonare nel momento in cui vinci e hai costruito qualcosa. La Juve di Conte e di Allegri giocava un calcio eccellente. In questo momento siamo come gli Oasis dopo la separazione, la squadra sta cercando di riorganizzarsi…
La storia dei fratelli Gallagher, dopo il successo degli Oasis, può in effetti ricordare quella della Juventus degli ultimi anni. Entrambi, poi, hanno ripreso la loro carriera musicale, ma da solisti. E chissà che anche i bianconeri possano presto riabbracciare lo scudetto che manca, a questo punto, dalla stagione 2019/2020.
Durante l’intervista a Febbre a 90 Linus riflette anche sulla rivalità tra Juventus e Inter, diventata presto storica:
L’avversaria storica della Juve? L’Inter, da Ronaldo-Iuliano in poi. Prima non era così. Da una ventina d’anni avverto da parte degli interisti questo vittimismo nei confronti della Juve che è proprio un pregiudizio. Probabilmente è quella la squadra “nemica”.
Nemica, ovviamente, sempre tra virgolette e nello spirito della competizione sportiva, come più volte sottolineato in puntata.
Linus sull’Heysel: “Sembra impossibile che sia successo”
In chiusura di puntata, Fabio Caressa e Linus dedicano anche un pensiero alla tragedia dell’Heysel in occasione della finale di Champions League giocata nel 1983, quando morirono 39 tifosi sugli spalti per una combinazione del comportamento degli hooligan inglesi e dell’impreparazione della polizia belga:
Per chi l’ha vissuta è stato un trauma difficile da superare. – Caressa
È anche difficile ricordarsi che sia esistito. È un po’ l’effetto del Covid. Tendiamo a dimenticarci di quei 2 o 3 anni terribili che abbiamo vissuto. Se penso al lockdown, mi sembra di pensare a qualcosa che in realtà non ho mai visto, l’ho visto in televisione. Come se la mente lo volesse cancellare. L’Heysel è la stessa cosa, sembra impossibile che nel calcio sia potuta succedere una cosa del genere, soprattutto per l’ignoranza e la cecità delle forze dell’ordine, che avevano tutto il tempo e il modo per risolvere questa cosa. – Linus
Un ricordo amaro, che rimane una delle pagine più brutte della storia del calcio.
Linus sceglie la sua top 11 della Juventus di tutti i tempi
Durante la puntata Linus sceglie anche la sua top 11 della Juventus di tutti i tempi. Il direttore artistico di Radio DEEJAY partecipa al gioco proposto da Fabio Caressa, che lo mette di fronte a tre opzioni tra cui scegliere per ogni ruolo.
Questa la formazione migliore della Juventus secondo Linus, sempre con il disclaimer della necessità di dover scegliere tra tre possibili giocatori per ogni ruolo:
Buffon, Gentile, Scirea, Montero, Cabrini, Pirlo, Davids, Zidane, Platini, Paolo Rossi, Del Piero.
Una formazione di tutto rispetto, con giocatori che hanno fatto la storia della Juventus.