Il 3-5-2 non è il problema della Juventus, ma cambiarlo potrebbe essere la soluzione. Che non sia il problema lo certificano i 54 punti fatti (e soprattutto i 52 nelle prime 21 giornate), con il miglior dato della Serie A per xgol concessi agli avversari e il terzo, dopo Inter e Atalanta, per xgol prodotti (gli xgol sono i gol che una squadra dovrebbe statisticamente segnare in base a numero e tipo di tiri). Che un problema la squadra di Massimiliano Allegri ce l’abbia però è fuori di dubbio, così come che abbia bisogno di una soluzione. E di una vittoria a ogni costo contro il Frosinone.
E anche se il problema, come è chiaramente visibile e come ritengono lo stesso tecnico e Cristiano Giuntoli, è di natura psicologica, legato alle ambizioni di Scudetto sgretolatesi dopo il pari con l’Empoli e la sconfitta con l’Inter (dovuti invece il primo all’aver giocato in 10 dal 16’ del primo tempo e la seconda all’aver affrontato una squadra superiore), la soluzione potrebbe essere tattica. O tattica potrebbe essere la scintilla in grado di riaccendere concentrazione, entusiasmo, cattiveria agonistica.
Allegri ed il 4-3-3
Come il 22 gennaio 2017, quando contro la Lazio allo Stadium Allegri rivitalizzò una Juventus prima in classifica, ma un po’ appagata e sconfitta una settimana prima a Firenze, passando dal 3-5-2 a un 4-2-3-1 in cui schierò assieme Cuadrado, Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain. Proprio alla vigilia della trasferta di Verona, Allegri ha spiegato come quella situazione fosse diversa e di voler andare «avanti col 3-5-2, perché non sono tre risultati negativi che ci devono togliere certezze». I risultati negativi però sono diventati quattro, delle certezze la Juve ha perso la più granitica – la solidità difensiva – e proprio a Verona, come già contro l’Udinese, Allegri al momento di recuperare ha schierato assieme Chiesa e Yildiz, anche se per pochi minuti, inserendo poi Alcaraz.
Arma d’emergenza
Il 4-3-3 utilizzato in corso d’opera per due partite consecutive non è un caso, né una soluzione mai provata in allenamento. Magari il tecnico continuerà a considerarlo un’arma d’emergenza e contro il Frosinone confermerà il 3-5-2, ma il cambio di modulo è un’ipotesi su cui ha ragionato e ragiona. E le difficoltà difensive dei ciociari, squadra più battuta della Serie A con 52 gol subiti, potrebbero rendere più allettante l’idea di puntare su un assetto più offensivo. Al di là di questo fattore contingente, però, più che per l’aspetto tecnico-tattico – comunque rilevante visto che permetterebbe di sfruttare i tre giocatori di maggior talento offensivo, Chiesa, Vlahovic e Yildiz – il passaggio al 4-3-3 potrebbe essere utile soprattutto per dare alla squadra nuovi stimoli e nuovo entusiasmo, generato proprio dalla maggiore quantità di talento in campo.
L’utilizzo di Alcaraz
Talento ne ha messo in mostra anche Alcaraz, che deve ancora conoscere bene i compagni, ma potrebbe suggerire un’altra variante: un 4-2-3-1 che lo veda davanti a Locatelli e Rabiot e alle spalle di Vlahovic, con Chiesa o Yildiz e McKennie o Kostic o Cambiaso ai suoi fianchi. In entrambi i casi, 4-3-3 o 4-2-3-1 (e anche nel 3-4-3 che consentirebbe di utilizzare il tridente mantenendo i tre difensori, ma che non si è ancora visto nemmeno per uno spezzone), la squadra dovrebbe gestire nuove distanze e nuovi tempi. Sarebbe una difficoltà in più in un momento in cui ce ne sono già abbastanza ed è anche per questo che Allegri è cauto, ma a volte la consapevolezza di dover affrontare difficoltà nuove è uno stimolo alla concentrazione. Altra cosa, come l’entusiasmo, che la Juve ha bisogno di ritrovare.