Mauricio Isla alla Juventus, una storia mai nata: “Non ero all’altezza”

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Arrivato nel 2012 come potenziale titolare voluto da Conte, Isla non sarà mai protagonista con la Juventus tra problemi fisici e limiti caratteriali.

Non sono un giocatore della Juventus perché non lo merito“.

A spiegare meglio di tutti cosa non abbia funzionato tra la Vecchia Signora e Mauricio Isla qualche anno dopo sarà proprio l’esterno cileno, voluto fortemente da Conte nell’estate del 2012 come potenziale titolare sulla fascia destra ma mai realmente protagonista in bianconero.

Eppure su Isla in quell’estate ci sono parecchi top club, tra cui il Real Madrid e soprattutto l’Inter. Isla però sceglie la Juventus proprio grazie a Conte ma anche a due grandi amici: Arturo Vidal e Kwadwo Asamoah.

Il primo, connazionale di Isla, è sbarcato a Torino dodici mesi prima e in pochissimo tempo si è conquistato la maglia da titolare ed il cuore dei tifosi. Il secondo, invece, arriva da Udine insieme a Isla ma avrà un destino molto diverso dal cileno diventando una pedina fondamentale nello scacchiere della Juventus prima con Conte e poi con Allegri.

TUTTA ‘COLPA’ DELLA MAMMA

Il piccolo Mauricio inizia a tirare i primi calci quando ha solo 5 anni grazie alla madre, che come racconta lo stesso Isla a ‘Hurrà Juventus’, gli regalerà un pallone e la maglia del suo idolo ovvero Marcelo Salas, allora attaccante dell’Unversidad de Chile destinato a scrivere pagine importanti anche in Italia con le maglie di Lazio e Juventus.

Per me tutto è iniziato quando mia madre, appassionata di calcio, mi regalò il primo pallone: avevo 5 anni ed è il primissimo ricordo che nutro legato al calcio. Fu lì che iniziai a giocare con gli amici; qualcuno anche di 10 anni più grande di me. Non perdevo un’occasione, anche perché all’epoca vivevo in una casa proprio a ridosso del campo sportivo del paese. Si viveva a stretto contatto con la natura e con gli animali. Da qui anche il soprannome di “Huaso”; il modo con il quale gli adulti chiamavano i ragazzini che arrivavano da fuori città. Questo contesto è stato la mia fortuna, insieme alle figure femminili che mi hanno insegnato l’ordine e l’educazione. È importante avere un punto di riferimento stabile in casa. Tanto più se hai una mamma che ti regala la maglia del suo idolo, Marcelo Salas, ai tempi in cui giocava nell’Universidad de Chile”.

Isla fa tutta la trafila delle giovanili nell’Universidad Catolica, quando nel 2007 senza mai aver ancora giocato mai in prima squadra arriva la convocazione per il Mondiale Under 20 che si disputa in Canada. Un appuntamento da non fallire per prendere il treno che porta al calcio dei ‘grandi’.

“Quel Mondiale mi ha cambiato la vita. E molto lo devo a José Sulantay, tecnico di quella Nazionale. Mi dette la fascia di capitano nonostante fossi praticamente l’unico tra i convocati a non aver ancora giocato in prima squadra nel campionato cileno. Ripose grande fiducia in me, disputai un ottimo torneo e arrivammo terzi. Ci fu addirittura una partita nella quale tutti i nostri attaccanti erano indisponibili, giocai per la prima volta da punta e segnai due gol. Dopo, successe tutto molto in fretta”.

E sempre col Cile, nel 2015, si toglierà forse la soddisfazione più grande di tutta la carriera vincendo da protagonista la prima Copa America nella storia della sua Nazionale.

DESTINAZIONE ITALIA

A notarlo sono gli scout dell’Udinese, club da sempre molto attento a scandagliare il calciomercato internazionale in cerca di giovani talenti.

Inizialmente dovrebbe andare in prestito al Locarno, ma alla fine Isla resta in Friuli dove viene aggregato alla formazione Primavera.

Dopo qualche presenza in panchina, il debutto in Serie A arriva il 17 febbraio 2008 quando subentra nel finale della gara vinta contro la Reggina. Un mese dopo ecco anche la prima da titolare: Palermo-Udinese 1-1.

Sempre contro i rosanero era arrivato il debutto assoluto con la Prima squadra in Coppa Italia. Alla fine le presenze saranno tredici. Non male per un ragazzo venuto dall’altra parte del mondo che deve ancora compiere vent’anni. Ed è solo l’inizio.

Nella stagione successiva infatti Isla diventa un titolare inamovibile giocando praticamente sempre: 43 presenze tra campionato, Coppa UEFA e Coppa Italia. Il 24 gennaio 2010, finalmente, Isla trova anche il suo primo goal in Serie A contro la Sampdoria ma soprattutto sforna assist a ripetizione per i compagni. Abbastanza per meritarsi le attenzioni delle grandi in Italia e in Europa.

Lo stop, improvviso, a una carriera in fase di decollo è datato 11 febbraio 2012 contro il Milan. Isla finisce ko in seguito a un duro contrasto con Massimo Ambrosini, l’esito degli esami è impietoso: distorsione del ginocchio destro con interessamento capsulo-legamentoso, lesione del legamento collaterale laterale e interessamento del legamento crociato anteriore. La sua stagione è finita.

ILLUSIONE JUVE

Nonostante il grave infortunio e la lunghissima assenza dai campi le offerte per Isla nell’estate 2012 non mancano. La squadra più interessata a Isla sembra l’Inter, ma quando spunta la Juventus il cileno non ha dubbi e sceglie i bianconeri.

“Parlavo con il mio procuratore, lui mi diceva che c’erano due squadre su di me: la Juve e l’Inter. Ho scelto la Juve per quello che mi diceva Vidal a proposito della società e dei compagni. Poi per Conte. Il mister mi voleva tanto e sono felice di aver accettato la Juve. Sapere che la Juve voleva anche Asamoah mi ha ulteriormente spinto verso Torino”.

I due, quindi, arrivano insieme dall’Udinese con la formula della comproprietà per un totale di circa 9 milioni di euro complessivi in un accordo che comprende anche il 50% del cartellino di Cristian Pasquato.

Nelle idee della Juventus, Isla dovrebbe rapidamente scalare le gerarchie soffiando la maglia da titolare sulla fascia destra a Lichtsteiner. Le doti tecniche del cileno, d’altronde, sono decisamente superiori rispetto al pendolino svizzero ma il suo inserimento negli schemi di Conte risulta molto più difficile del previsto. Colleziona appena 19 presenze tra campionato, Champions League e Coppa Italia contribuendo comunque alla conquista dello Scudetto anche se la fotografia della sua prima stagione alla Juve sarà l’intervento d’ascella che costa un rigore molto dubbio e la sconfitta di ‘San Siro’ contro il Milan.

Il cileno si ritaglia più spazio nella stagione successiva, la seconda e di fatto l’ultima a Torino. Le prestazioni di Isla sono spesso al di sotto della sufficienza, in particolare negli occhi resta la prova offerta dal cileno in Champions League contro il Galatasaray quando, subentrato al posto dell’infortunato Lichtsteiner, sbaglia praticamente tutto commettendo l’errore decisivo anche sul goal del definitivo 2-2. Un risultato che risulterà fatale per i bianconeri, eliminati già nella fase a gironi sotto la neve di Istanbul anche a causa di quel pareggio.

Nell’estate del 2014 sulla panchina della Juventus arriva Massimiliano Allegri, Isla non rientra nei piani del nuovo tecnico bianconero e viene ceduto in prestito al QPR.

“Al secondo anno c’è stata un po’ più di difficoltà da parte mia, perché il mister non mi vedeva molto nelle sue scelte. Successivamente sono stato vicino ad andare all’Inter, ricordo la chiamata di Walter Mazzarri che all’epoca era allenatore dei nerazzurri. La Juventus, però ha bloccato la cessione perché non voleva che andassi a giocare in un altro club italiano”.

La sua avventura a Torino è ufficialmente giunta al capolinea. O quasi. Un anno dopo, infatti, rientra alla Juventus solo di passaggio ma scende in campo nel finale della prima giornata contro l’Udinese prima di essere ceduto nuovamente, stavolta al Marsiglia. In bianconero vince tre Scudetti e due Supercoppe Italiane.

A spiegare cosa non ha funzionato, come detto, qualche tempo dopo è lo stesso Isla intervistato dal quotidiano cileno ‘LUN’.

“Ho sempre detto che la Juventus mi ha comprato quando ero infortunato al ginocchio. Sono felice di essere stato con Buffon, Pirlo, Vidal, Tevez. Ma se non sei a livello di un club del genere devi andare via. Onestamente, non ero in grado di giocare alla Juventus, parliamo una delle prime dieci squadre del mondo. E se non sei a quel livello è meglio trovare nuove soluzioni. Sono venuto a Marsiglia e mi sento totalmente felice con la vita che ho. Io non sono un giocatore della Juventus perché non lo merito”.

CAGLIARI E LE VITTORIE IN BRASILE

Dopo la breve esperienza in Premier League col QPR, conclusa con la retrocessione e il rientro a Torino, Isla viene ceduto in prestito al Marsiglia nell’operazione che porta Mario Lemina alla Juventus. Anche in Francia sarà una toccata e fuga.

A scommettere su Isla nel 2016 è il Cagliari che lo acquista a titolo definitivo dalla società bianconera per 4 milioni di euro. In Sardegna il cileno gioca tanto, segna un goal e sforna pure sette assist tornando a mostrare almeno in parte le qualità che lo avevano portato alla Juve.

Ormai però è troppo tardi. Isla riparte dalla Turchia, dove veste per tre stagioni la maglia del Fenerbahce prima di tornare in Sudamerica.

Il cileno firma per il Flamengo e proprio in Brasile impreziosisce la sua bacheca personale con un campionato, una Supercoppa e soprattutto la Copa Libertadores insieme a tante vecchie conoscenze del nostro calcio: da Gabigol a Vidal, dall’altro ex Juve Diego a Pulgar. Anche se Isla, intanto, è già tornato in patria dove attualmente gioca nelle file dell’Universidad Catolica. Il club con cui tutto era iniziato.