Dunque, dove eravamo rimasti? Ah sì, alla “cura Motta” sperimentata durante la sosta, ovvero al lavoro del tecnico italo-brasiliano per aiutare Dusan Vlahovic a gestire con più freddezza ed equilibrio i momenti negativi, evitando di farsi prendere dal nervosismo e dalla frenesia senza riuscire a concludere nulla di utile. Ha funzionato? Beh, a giudicare dalla prestazione dell’attaccante serbo nel match tra Empoli e Juventus viene da pensare di no…
Empoli-Juventus, la prestazione di Vlahovic
La versione del classe 2000 vista allo stadio Castellani, infatti, ha ricordato molto quella tanto criticata lo scorso anno sotto la gestione di Massimiliano Allegri, quella di cui si erano perse le tracce nelle prime due giornate di Serie A e che poi si era tornati a intravvedere nel big match contro la Roma. Chiaramente questo Vlahovic – peraltro senza nemmeno un “vero” cambio, con Arek Milik ai box – non può bastare a una Juventus attesa anche dall’esordio in Champions League, che deve sapere di poter contare sul proprio centravanti contro ogni avversaria senza tentennamenti e nervosismi di sorta.
La stagione è appena iniziata, il tempo per invertire la rotta c’è (per Dusan come per altri compagni ancora in rodaggio). La “cura Motta”, però, deve già trovare nuove strategie, rispondendo fin da subito e in maniera chiara alla domanda delle domande, imprescindibile per impostare gli interventi necessari a far emergere una volta per tutte le qualità del serbo: qual è il vero problema di Vlahovic?